Sergio Beercock

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    Sergio Beercock – Human Rites

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    “Human Rites è il titolo del secondo disco di Beercock, artista anglo-italiano che dopo l’esordio nel 2017 con Wollow ha deciso di spingersi oltre nell’esplorazione della voce e delle sue possibilità, lasciandosi influenzare da pop, soul, elettronica e gospel.

    Il disco è composto da undici tracce ed è costruito tutto su beat e influenze urban che incontrano e abbracciano la black music. L’apertura è affidata a “See You Around The Bend”, un brano sensuale e corale nel quale la voce, intesa come strumento musicale vero e proprio, si lascia rendere affascinante dalle sue mille sfumature che si accompagnano al movimento del corpo, unico vero habitat dell’uomo. Il corpo e la voce dunque, due linguaggi così umani e così artistici allo stesso tempo: la musica è la liturgia perfetta per esprimersi attraverso il loro codice dal potere universale. Beercock naviga in mezzo ad un mare di sensazioni, idee, emozioni, che assorbono il concetto musicale all’interno di una dimensione ancestrale, sacra, tribale, tra una “You And Your Nudity” in grado di sprigionare tutta l’umanità della poesia e una “Cling” che è un canto sulla separazione, uno dei temi chiave di questo 2020.

    Human Rites è un disco nudo, spogliato degli artifici sonori spesso confusionari e magmatici di questo periodo, ideato per restituire un ruolo di primo piano alla passionalità e alla potenza unica della voce.”

    Recensione di Marco Del Casale, su rockit.it

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    Sergio Beercock – Wollow

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    Sergio Beercock, nato a Kingston upon Hull in Inghilterra nel 1990 da madre siciliana e padre inglese, è un artista poliedrico che, nonostante la giovane età, si muove con disinvoltura tra musica e teatro. “Wollow” è il suo debutto discografico, al culmine di un periodo intenso che lo ha visto impegnato prima in tour teatrali con spettacoli molto apprezzati da pubblico e critica, e poi in una full immersion artistica che lo ha portato a concepire questo primo album.

    “Wollow” è un vero e proprio viaggio tra i luoghi, i suoni e i colori che più hanno influenzato Beercock: i borghi dello Yorkshire in cui è nato, i casolari rurali della Sicilia in cui è cresciuto, il riverbero delle Ande sudamericane che ha scoperto da adolescente, o i sobborghi urbani delle grandi città e le loro innumerevoli storie invisibili.

    Tim Buckley, Nina Simone, Pedro Aznar e Bert Jansch sono i primi riferimenti a cui si pensa ascoltando questo disco, nel quale gemme folk minimali come Reason, Pennies o Battle For Attention convivono con episodi più direttamente collegati alla tradizione inglese come The Barley And The Rye o Century, passando per le atmosfere nordiche di Naked e Beauty Of The Dirt e quelle più sudamericane di An Exaggerated Song, Jester e Silencio.

    Tutto questo è mescolato in un sogno in cui la voce a volte narra, a volte crea, a volte si comporta da strumento musicale per accompagnare l’ascoltatore verso un racconto intimo che in più di un’occasione all’interno del disco vira sorprendentemente verso l’allucinazione e la psichedelia.

    Sergio Beercock ha suonato pressoché tutti gli strumenti coinvolti nell’album: è arrivato in studio armato di guitalele e voce con l’intenzione di “fotografare” ciò che era avvenuto dal vivo nell’ultimo anno, nel quale in tanti in giro per la Sicilia si sono accorti del suo talento. L’incontro artistico con il produttore Fabio Rizzo (già al lavoro con Alessio Bondì, Nicolò Carnesi, Dimartino, il Pan del Diavolo, Fabrizio Cammarata e altri) ha però generato scintille inaspettate, che hanno rivelato un Beercock formidabile polistrumentista in grado di suonare dal charango al pianoforte, dal flauto boliviano ai synth, fino a percussioni di ogni tipo, compreso il proprio corpo.

    “Wollow” è stato prodotto durante un periodo di residenza artistica all’interno del nuovo spazio “Indigo Music” , creato da 800A Records insieme a un gruppo di professionisti della musica nella cornice di Palazzo Lampedusa a Palermo. L’uscita del disco è anticipata dal videoclip del primo singolo estratto, “Battle For Attention”, realizzato da Fabio Leone, Antonella Barbera e lo stesso Sergio Beercock.

    Credits:

    Testi e musica di Sergio Beercock, eccetto “The Barley And The Rye” (traditional) e “Silencio” (Pedro Aznar).

    Prodotto, registrato e mixato da Fabio Rizzo a Indigo, Palermo.

    Masterizzato da Andrea De Bernardi a Eleven Mastering, Busto Arsizio.

    Management & Booking: Oriana Guarino – oriana@indigomusic.it

    Ufficio stampa: Gabriele Lo Piccolo – info@gabrielelopiccolo.it – 3204424268