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T-shirt Addio Pizzo “Formiche”
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Fruttato Leggero, verde, erbaceo. In bocca si presenta inizialmente dolce, segue un buon amaro e un piccante persistente.
L’olio monovarietale Biologico IGP Biancolilla, segue il rigoroso disciplinare di coltivazione, produzione, confezionamento dell’IGP Sicilia.
Viene controllato e certificato dall’Istituto Regionale Vini e Oli Di Sicilia.
In atto disponibile nei formati bottiglia da 0,75 l.
“Skint and Golden” è un album “soul” non solo musicalmente ma anche nel senso più letterale del termine: questo è un disco con una grande “anima”. Registrato tra Manchester in Inghilterra (base del chitarrista e autore Paolo Fuschi) e Palermo (casa del cantautore e giramondo Fabrizio Cammarata), l'album è il risultato di un desiderio che i due amici avevano coltivato per più di dieci anni: scrivere insieme un disco che avesse come capisaldi spontaneità e suoni caldi.
L'album esce esclusivamente in vinile 12″ per l'etichetta palermitana 800A Records, distribuito da Audioglobe. “My Salvation”, il primo singolo estratto, è uscito l'estate scorsa in digitale ed è entrato subito in rotazione su Rai Radio2.
“Paolo è un musicista immenso”, dice Fabrizio Cammarata, “l'unico amico con cui condivido un certo amore per il Soul, il Blues, il Reggae, la Motown, il Funk, Miles Davis e tanti altri. Tutto è iniziato per caso, una mattina avevo quest'idea per la testa. Ecco cosa volevamo: due artisti diversi che si unissero per creare qualcosa che fosse inedito, nuovo per entrambi. Abbiamo scritto alcune canzoni a Milano, le abbiamo registrate a Manchester con amici di Paolo, musicisti di spicco nella scena mancuniana. Abbiamo missato a Palermo e masterizzato in Austria e California. Fra la telefonata di fine aprile in cui l'idea è nata e il mastering finale sono passati pochi mesi. Un disco spontaneo al 100%…”
Love songs and work songs quindi in “Skint And Golden”, dove “skint” è una parola mutuata dallo slang britannico per dire “al verde”, una parola che anche le generazioni governate dalla Thatcher conoscono fin troppo bene. Ed è da questo dramma contemporaneo che nasce la consapevolezza che anche con poco ci si può sentire “dorati” e solari, privilegiati per il puro fatto di poter dare alla luce un disco solo volendolo, poiché il sogno è la ricchezza senza possesso.
Fabrizio Cammarata col suo ultimo album “Rooms” ha guadagnato grandi consensi di critica e airplay in tutta Europa, anche grazie al lavoro del produttore JD Foster (Marc Ribot, Capossela, Calexico) e i featuring di Joey Burns e Jairo Zavala (Calexico/Depedro). Fabrizio ha suonato con Patti Smith, Ben Harper, James Morrison, Xavier Rudd, Daniel Johnston, Spain, Tamikrest e ha partecipato a festival come SXSW, Eurosonic, Reeperbahn fra gli altri.
Paolo Fuschi è nato a Palermo ma vive in UK da più di 10 anni, diventando grazie alle proprie qualità chitarristiche e compositive, un nome ben noto nella scena musicale di Manchester. È membro della band del cantautore Sam Gray, è stato in tour con Peter André per i più prestigiosi palchi britannici, come la London O2 Arena, e porta avanti altri progetti con Steve White (batterista storico di Paul Weller), Damien Minchella (Ocean Colour Scene), e Julie Gordon (ex Happy Mondays).
Psycho-Blues that will probably become cult!”
Access! All Areas (D)“STU should raise the heartbeat of every grounded Bluesfan. Eleven varied, roots bounded Songs are on it, also a pretty funky cover of Soulwax’ “NY Excuse””
Visions (D), May 2009″Buy the Waines, Listen to the Waines, spread the word of the Waines. Recognize that in Italy there are people that know how to rock. And they can. Monumental!”
Rockerilla (I)
“The new album on long distance of the Waines – the name seems to derive from a famous local pizza-guy – doesn’t do anything else than reconfirm the already high expectations of the first EP. A noisy, clashing rocknroll with strong blues influences, with a bit of punk, dirty garage and an open relation to pop, psych and stoner. Hybrid dynamite between Jon Spencer, Rolling Stones, Black Keys, White Stripes, Beck, AC/DC and Led Zeppelin”
Il Mucchio (Italy)
“Great seventies guitars, a convincing and particular voice, the talent to fish the best out of the past without becoming nostalgic and calligraphic: The Waines need attention!”
Rocksound (Italy)
“The Waines are back – in great way. After only an EP “A controversial Earl Playing” – that showed us a energic rock’n roll band, here’s finally the album. With “STU” they go heavy, and get into that 2009 with a master record, and with the bullets in the revolver.”
Rockit (Italy)
“… a true hidden hint… Their massively, every trend passing produced debut “Stu” has the flair of smokey backyard bars and classic Bluerock of bands like Canned Heat, with a modern sound… with the Soulwax-Cover “NY Excuse” the Waines conquer hearts”
Album of the week – Westfälische Rundschau (D) 8. August 2009
“Waines sound dirty, reactionary and cool. Their Blues comes from deep within and is worth it to be checked out with calm.
Constantin Aravanlis, Teleschau.de / www.yahoo.de August 2009
“La macchina di carne sbuffa e pulsa. Vedere i Waines in concerto spinge – costringe – a considerare ancora una volta un aspetto chiave della natura sempre ambigua del rock. Il trio di Palermo fila come un treno. […] Incessante, implacabile. Mantengono ritmo e intensità crudeli, come in una rappresentazione espressionista della Fabbrica. Ma il macchinario è vivo, i tre Stachanov sudano, si consumano. Sembra quasi che vadano avanti a creare musica nuova per continuare a combatterla, a distruggersi, come pugili sorprendentemente sempre più carichi col passare dei round. Musicisti che s'immolano all'estasi della musica. Rock and roll, per intenderci.”
Paolo Bassotti www.gibson.com
credits
released September 11, 2009
Produced by WAINES. Recorded, mixed and mastered at The Cave Studio, Catania, by Daniele Grasso.
Sergio Beercock, nato a Kingston upon Hull in Inghilterra nel 1990 da madre siciliana e padre inglese, è un artista poliedrico che, nonostante la giovane età, si muove con disinvoltura tra musica e teatro. “Wollow” è il suo debutto discografico, al culmine di un periodo intenso che lo ha visto impegnato prima in tour teatrali con spettacoli molto apprezzati da pubblico e critica, e poi in una full immersion artistica che lo ha portato a concepire questo primo album.
“Wollow” è un vero e proprio viaggio tra i luoghi, i suoni e i colori che più hanno influenzato Beercock: i borghi dello Yorkshire in cui è nato, i casolari rurali della Sicilia in cui è cresciuto, il riverbero delle Ande sudamericane che ha scoperto da adolescente, o i sobborghi urbani delle grandi città e le loro innumerevoli storie invisibili.
Tim Buckley, Nina Simone, Pedro Aznar e Bert Jansch sono i primi riferimenti a cui si pensa ascoltando questo disco, nel quale gemme folk minimali come Reason, Pennies o Battle For Attention convivono con episodi più direttamente collegati alla tradizione inglese come The Barley And The Rye o Century, passando per le atmosfere nordiche di Naked e Beauty Of The Dirt e quelle più sudamericane di An Exaggerated Song, Jester e Silencio.
Tutto questo è mescolato in un sogno in cui la voce a volte narra, a volte crea, a volte si comporta da strumento musicale per accompagnare l’ascoltatore verso un racconto intimo che in più di un’occasione all’interno del disco vira sorprendentemente verso l’allucinazione e la psichedelia.
Sergio Beercock ha suonato pressoché tutti gli strumenti coinvolti nell’album: è arrivato in studio armato di guitalele e voce con l’intenzione di “fotografare” ciò che era avvenuto dal vivo nell’ultimo anno, nel quale in tanti in giro per la Sicilia si sono accorti del suo talento. L’incontro artistico con il produttore Fabio Rizzo (già al lavoro con Alessio Bondì, Nicolò Carnesi, Dimartino, il Pan del Diavolo, Fabrizio Cammarata e altri) ha però generato scintille inaspettate, che hanno rivelato un Beercock formidabile polistrumentista in grado di suonare dal charango al pianoforte, dal flauto boliviano ai synth, fino a percussioni di ogni tipo, compreso il proprio corpo.
“Wollow” è stato prodotto durante un periodo di residenza artistica all’interno del nuovo spazio “Indigo Music” , creato da 800A Records insieme a un gruppo di professionisti della musica nella cornice di Palazzo Lampedusa a Palermo. L’uscita del disco è anticipata dal videoclip del primo singolo estratto, “Battle For Attention”, realizzato da Fabio Leone, Antonella Barbera e lo stesso Sergio Beercock.
Credits:
Testi e musica di Sergio Beercock, eccetto “The Barley And The Rye” (traditional) e “Silencio” (Pedro Aznar).
Prodotto, registrato e mixato da Fabio Rizzo a Indigo, Palermo.
Masterizzato da Andrea De Bernardi a Eleven Mastering, Busto Arsizio.
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